Una visita a Lascaux 3.0

Una visita a Lascaux 3.0

Non stavo nella pelle… quando ho letto della mostra Lascaux 3.0 al MANN (Museo Archeologico di Napoli) ho immediatamente organizzato una gita con i miei bambini per cogliere questa incredibile opportunità insieme a loro.
La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio e vi consiglio davvero di visitarla con o senza bambini!
La grotta di Lascaux è un patrimonio artistico risalente al Paleolitico superiore (circa 20.000 anni fa) e si trova in Francia nella regione della Nouvelle Aquitaine.
Nel 1979 è stata inserita nella lista UNESCO del patrimonio mondiale dell’Umanità, ma purtroppo (e per fortuna) è interdetta alle visite ormai dal 1963. Resta visitabile solo attraverso una ricostruzione adiacente al sito preistorico, chiamata Lascaux II, e ora attraverso questa fantastica mostra itinerante, Lascaux 3.0 appunto, approdata per la prima volta in Italia.

La Cappella Sistina della preistoria (così è stata soprannominata la grotta) è una delle manifestazioni artistiche dell’antichità che più affascinano adulti e bambini perchè unica nel suo genere.
Ad esempio, quando nei laboratori didattici che organizzo sulla preistoria parlo ai bambini dei “cartoni animati” delle caverne mostro loro come questi disegni di cervi, mucche, cavalli siano rappresentati in un movimento piuttosto realistico e visualizzabile proprio come un’animazione moderna: una gif animata a tutti gli effetti!
Lo stupore e il livello di attenzione a quel punto decolla e state certi che non perdono più una parola 🤣

E infatti, una delle postazioni che più ci è piaciuta è stata quella con lo zootropio, dove i semplici disegni primitivi prendevano vita in modo spettacolare!

Nella mostra di Lascaux 3.0 infatti non ci si annoia un attimo… ogni oggetto, tecnica, storia o spiegazione è interattiva, sperimentabile ed esplorabile con tutti i sensi… non esiste la regola del “non toccare” che così poco piace ai bambini.
E quindi, se la punta degli scalpelli o gli aghi per cucire ritrovati nella grotta sono chiusi nelle teche, c’è però la possibilità di toccarne la riproduzione esatta al di fuori di essa, comprendendone dimensioni, consistenza, materiale e tipo di lavorazione.
E se entrare nella vera grotta è impossibile, abbiamo comunque potuto esplorarne forme, corridoi, illuminazione attraverso la riproduzione in scala.

Abbiamo poi provato a scansionare, sperimentando anche risoluzioni più o meno dettagliate, la parete di una grotta, vedendo la differenza di riproduzione in base alle impostazioni date.
Abbiamo visto come e con cosa veniva incisa la roccia e come poi veniva colorata, con tecniche diverse e pigmenti naturali.

Abbiamo giocato con i cubi e i simboli disegnati su di essi, che riproducevano quelli trovati a Lascaux.

Le postazioni per imparare qualcosa, giocando e sperimentando, sono molte e i bambini avranno tanto da divertirsi insieme a noi adulti ma anche da soli.

Qualche informazione tecnica: raggiungere il museo è facilissimo con i mezzi pubblici… Noi abbiamo preso il treno e, scesi alla Stazione Centrale, la metro. Con la linea 1 occorre scendere alla fermata Museo e il MANN si trova proprio all’uscita della metropolitana.
Arrivati all’ora di pranzo, abbiamo prima preso un’ottima pizza al portafoglio in Via Santa Maria di Costantinopoli (che inizia di fronte alla fermata) e con 3 € abbiamo mangiato in 3!

L’entrata è gratuita fino ai 18 anni, ma gli adulti pagano 18 €… però c’è da dire che c’è davvero moltissimo da vedere! Oltre alla mostra di Lascaux abbiamo potuto visitare Thalassa (che terminerà il 9 marzo) dedicata alle conquiste dell’archeologia subacquea e poi tutto il resto del museo che richiederebbe in realtà più visite, perchè davvero grande e ricchissimo.
Noi ci siamo soffermati soprattutto sui reperti di Ercolano e Pompei, perchè Gabriele è in quinta e ha da poco studiato questo argomento, ma è stato molto apprezzato dai bambini anche lo spazio dedicato al cambiamento climatico… ancora una volta interattivo, con molti giochi su schermi giganti, musiche rilassanti e temi importanti da approfondire.

Infine abbiamo scoperto una meravigliosa meridiana ancora funzionante lunga ben 27 metri e ci siamo divertiti nel trovare il foro da cui sarebbe dovuto entrare il raggio del sole per attivarla, mentre a me è piaciuta molto anche l’installazione “A pesca di Vita” di Sara Lovari sulle parole di vita da pescare nel mare.

 

 

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